Paola Buscaglia
Enrico Ferraris
In collaborazione con il Museo Egizio
Gli Egizi vivevano in un mondo pieno di colori, ciascuno dotato di una specifica identità e una storia da raccontare. La vita si svolgeva nel verde delle campagne che accompagnano lo scorrere del Nilo; poco oltre il verde, le sabbie del deserto riflettevano il viaggio del sole che, dall’alba al tramonto, sfumava dal giallo al rosso; il Nilo e i suoi depositi annuali di limo coloravano la terra di nero preparandola ad un nuovo risveglio mentre il cielo e il mare offrivano gradazioni di blu e di turchese che assumevano così un valore divino perché incommensurabile.
Da queste esperienze dello spazio circostante, i colori fondamentali della cultura egizia sono così acquisiti nei loro valori semantici di morte e di vita (rosso e nero), di fecondità e rigenerazione (verde e azzurro) e di luce e creazione (giallo); i colori danno il nome alle parti del mondo così come ai sentimenti umani, e riproducono la vitalità del Creato nelle forme d’arte che oggi ammiriamo nei musei.
A questa segreta grammatica dei colori egizi è dedicato l’incontro con Enrico Ferraris e Paola Buscaglia, un egittologo e una restauratrice, che da diverse prospettive (letteraria, artigianale, scientifica, archeologica, antropologica e artistica) renderanno visibile la rete di significati con cui i colori, allora come oggi, offrono uno sguardo sul modo in cui l’uomo percepisce e comprende il mondo che lo circonda.