Tommaso Ariemma
Alessandro Mari
In collaborazione con Scuola Holden
Le abbiamo sempre considerate eterne, oppure come puro sfondo delle narrazioni. Immobili o semplicemente passive. Ma le città sono creature viventi, che vivono e che muoiono, e che soprattutto cambiano. A volte si tratta di un cambiamento repentino, come quello di Hawkins, città immaginaria della serie cult Stranger Things. Un cambiamento che fa da innesco alla storia. Altre volte si tratta di un cambiamento lento, che segue la trasformazione dei personaggi, come accade al Rione Luttazzi nella Napoli della serie L’amica geniale. La capacità di oltrepassare alcune sue zone sancisce, addirittura, la maturazione delle inseparabili amiche protagoniste. Altre volte, ancora, la città diventa una vera e propria macchina del tempo per differenti generazioni di spettatori e specchio della loro stessa trasformazione, come accade nella Milano degli anni Ottanta di Bang Bang Baby, con il suo immaginario pop (e come accade del resto anche nella Hawkins di Stranger Things). Le nuove serie tv, capaci di sfruttare al meglio la dimensione del tempo e la trasformazione dei personaggi, si rivelano particolarmente efficaci nel restituire vita alle città e alle loro sfaccettature nell’epoca dell’omologazione urbana, delle smart city apparentemente tutte uguali e connesse. Dialogheranno su un’esperienza urbana e narrativa tutta da riscoprire Tommaso Ariemma, filosofo esperto di serie tv e studioso degli anni Ottanta e lo scrittore Alessandro Mari, narratore e direttore delle produzioni creative di Scuola Holden.
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